‘Nella vita si può essere predestinati e figli d’arte ma solo in pochi casi succede di diventare il pilota ufficiale dell’aereo italiano più vecchio attualmente volante dopo averci giocato da bambino ai comandi di un velivolo lasciato al suo destino’

Diventa impossibile parlare con Renato senza ricordare quale era il suo passatempo preferito nelle lunghe giornate trascorse da bambino sotto le volte degli hangar dello storico Aero Club di Milano in quel di Bresso.

‘In questo giorni si parla molto del Caproni 100 che nelle versione idro ha ripreso il volo grazie all’impegno degli Amici dell’Aero Club di Como.

La storia invece di questa macchina, affettuosamente chiamata Caproncino, è ben diversa.’

Nato a cavallo delle due Guerre Mondiali (a differenza della sua versione Idro che è del 1935 questo è del 1933).

Era arrivato a Bresso per merito di una società, la Transavio, che, a metà degli Anni 60, lo utilizzo per fare scritte in cielo con il fumogeno e per il traino di striscioni.

Una volta dismesso da questi ruoli lo tennero come proprio portafortuna.

Il suo successivo epilogo fu poco fortunato visto che fini abbandonato in un angolo dell’Aeroporto di Bresso dove Renato, per la poca felicità di Sua mamma che se lo riprendeva mezzo impolverato dopo una giornata di giochi, si intrufolava con infantile destrezza per giungerne ai comandi e fantasticare con la Sua mente.

 

In Volo con Renato Cortelletti

In Volo con Renato Cortelletti

 

Il Caproncino deve la sua fortuna all’amore di Gerolamo Gavazzi che lo ha risorto e rimesso in volo.

Il prossimo 2023 ne farà 90 (di anni) e come regalo si concederà una parata dinanzi al pubblico che riempirà le tribune dell’Aeroporto di Pratica di Mare in occasione dei previsti festeggiamenti del Centenario dell’Arma Azzurra.

 

Renato il regalo se lo è fatto in anticipo diventando 4 anni fa il suo Pilota Ufficiale: ‘Il più bel regalo che potessi ricevere per i mie primi 50 anni!’

 

Un orgoglio che va oltre ad ogni emozione e si lega ad una identità non comune a tutti: Renato è Trentino come l’Ingegner Gianni Caproni che lo progettò!

Parliamo di un areo che vola poco e quando lo fa viene assolutamente coccolato.

 

Il Caproncino e Renato Cortelletti

Il Caproncino e Renato Cortelletti

 

E’ il miglior destino e cure che si possono riservare ad una macchina con motorizzazione Alfa Romeo, batte ancora forte un motore Colombo S63 costruito dal Biscione su licenza, con un 6 cilindri in linea e 2 carburatori per una potenza espressa nei 130 cavalli per un 8600 di cilindrata.

 

‘Lo si vola assolutamente ad orecchio a partire dalla scintilla e recuperando una manualità tipica di chi lo volava negli Anni 30’

 

Lo ha riportato in cielo una figura di rilievo come il Comandante Zorzoli, che lo pilotava da militare, consci che sulla macchina sono state fatte tutte quelle modifiche che sono obbligatorie ai nostri giorni.

Non è un caso che il destino di Renato abbia incrociato nuovamente sulla propria strada questa macchina.

Non solo una passione per gli aeroplani storici ma un palmares di abilitazioni che potrebbero lasciare qualcuno esterrefatto!

Un lungo elenco che parte dal Bucker BU131, il Piper Cub, dalla Ferrari dell’Aria come l’F8L (il Falco dell’Ingegner Stelio Frati) e del Cielo come lo SF-260, il T51 Provost, lo Yak 50 e 52 sino ad arrivare al North American T6 Texan.

Sono ben altre le emozioni che per lavoro si è concesso sul Falcon 20, il Gulfstream III, lo Learjet 60 ed il HS125.

 

In Volo con Renato Cortelletti

In Volo con Renato Cortelletti

 

Se il cuore lo ha portato verso macchine che hanno fatto la storia del volo, la razionalità e professione gli ha fatto raggiungere i comandi dei Jet Executive di uso più comune e le più importati Capitali Europee al servizio di VIP e uomini d’affari.

Non poteva essere altrimenti per un ragazzo nato nel 1967 e che a fianco di Papà ha giocato sul piazzale dell’Aeroporto di Bresso al pari di un comune cortile di casa.

Diventava poi facile (ed anche una opportunità) per il figlio del Direttore della Scuola di Volo dell’Aero Club di Milano stare in volo al Suo fianco ad ogni occasione venisse offerta.

 

Renato e la passione per gli Aerei d'Epoca

Renato e la passione per gli Aerei d’Epoca

 

Il Suo 1°Volo su un Transavia PA 18, utilizzato per il traino degli striscioni, fu solo la opportuna premessa di un percorso formativo iniziato nel 1986 e che fece tappa, nel 1990, al vicino Aeroporto di Venegono (lontano da Bresso mica che si pensasse che il figlio del Direttore della Scuola potesse avere delle agevolazioni) per raggiungere il terzo grado.

 

‘La storia fatta anche di numeri (11.000 ore di volo di cui 7000 di Executive) di un figlio d’arte nato con le ali capace di cogliere le opportunità offerte e rivivere i ricordi ed odori della propria infanzia in volo sul Caproncino’

 

(e la soddisfazione di aver visto crescere dei propri allievi fino a giungere ai gradi di comandanti per alcune compagnie aeree)

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