I titoli dei giornali ce lo ricordano come ‘un grande Centoquattrista’ ma per noi (e molti altri) rimane più semplicemente Gigi Piccolo (come tra l’altro riportato sul Suo casco con l’inconfondibile livrea tigrata che ci ricorda l’appartenenza allo storico Gruppo Tigre).

Amiamo ricordarlo come ‘l’uomo dei record’ facendo appello alle oltre 3000 di volo (esattamente 3121) raggiunte sul F-104 macchina alla quale (e possiamo ben capirlo) è legatissimo.

Non solo a raggiungere questo traguardo (è un primato che condivide con altri 5 colleghi) ma l’unico a farlo nelle vesti di solitario intercettore.

 

‘Da solo macinando una serie impressionante di decolli ed atterraggi’

 

Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo al centro della foto

Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo al centro della foto

 

Se lo Spillone è stata la macchina al quale Gigi Piccolo è legato, l’Aeroporto di Cameri con il 21°Gruppo e 53°Stormo rimane la Sua casa!

Ma torniamo indietro negli anni ricordando un ragazzino del ‘45 legato alla Sua Città d’Infanzia.

Givoletto, da sempre ricordata con affetto, è un piccolo comune vicino Torino che, quasi come segno del destino, si trova sul corridoio di discesa degli aerei verso Caselle, lo storico aeroporto della Città della Mole.

 

Fu un amore a prima vista per i primi aeroplani a reazione.

 

Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo

Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo

 

Fece il Suo dovere di studente sino in fondo diplomandosi come Perito Tecnico ma, appena ce ne fu l’occasione, superata la visita medica ed i test psicoattitudinali di Piazza Novelli a Milano, entro in Aeronautica Militare come allievo ufficiale pilota di complemento del 68°Corso.

Le prime macchine sulle quali Luigi misurò le proprie capacità furono inizialmente l’MB-326 e, poi, il più severo G.91T.

Una volta cucita sul Suo petto l’Aquila Turrita da Pilota Militare approdò al 12°Gruppo Caccia Intercettori di Gioia del Colle dove conobbe il FIAT NORTH AMERICAN F-86K, i primi caccia d’ognitempo che furono ‘vestiti’ con le livree della Aeronautica Militare Italiana.

Nella Sua vita Luigi può vantare una invidiabile fedeltà (e non solo in quella privata che lo vede legatissimo alla bella Signora Ornella).

In primis all’Arma Azzurra lasciata verso la fine del 1999, ma solo dopo aver raggiunto i limiti di servizio, ed all’Aeroporto di Cameri per il quale è stato scelto anche nel ruolo di Comandante (fu il primo) dopo lo scioglimento dello Stormo.

Ancora Oggi al Museo Storico della Base fa bella mostra di se un F-104 salvato dalla rottamazione, restaurato riprendendo i colori del primissimo periodo e dedicato proprio a lui.

Sulla fusoliera spicca il codice 53-04: 53 come lo storico Stormo e 4 come Tigre 4 alias Luigi Piccolo!

Un rapporto speciale quello con lo Starfighter al punto tale da non volersene mai separare seguendolo anche nel ruolo di collaudatore di produzione delle sue linee alla Aeritalia a Torino.

 

Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo ed il traguardo delle 3000 Ore

Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo ed il traguardo delle 3000 Ore

 

Infatti il saluto di Gigi sulla Base Aerea di Cameri fu su un volo prova di accettazione militare alzatosi da Caselle.

Non è un caso che il sogno di Gigi di volare sulle ali di un intercettore e combattere ad armi pari sia stato soddisfatto da migliaia di ore di volo su una macchina che è l’intercettore per eccellenza: lo storico F-104!

Il contesto in cui ha operato, quello dove i due blocchi si confrontavano (Ovest vs Est) nel quadro di quella che storicamente abbiamo sempre  chiamato come ‘Guerra Fredda‘, è il migliore che un sogno di un pilota poteva auspicare.

Tempi in cui sconfinamenti e missioni di spionaggio erano all’ordine del giorno e la difesa degli spazi aerei era la missione primaria.

Farla su un intercettore a reazione di estrema velocità, forse l’aereo più straordinario che la storia sia stato in grado di offrire, è stato una realtà con il quale Gigi è stato un indiscusso e legato protagonista.

Al pari delle uniche (e prime) sensazioni di spinta che in decollo arrivano dai post bruciatori e che facevano del 104 una macchina unica ed ineguagliabile in grado di portarti in un attimo, solo uno o due minuti, ai 39000 feet dal rilascio dei freni.

Con dei limiti dettati da una superata avionica e da un radar inferiore agli altri dove capacità e tattica dei piloti facevano la differenza anche nel superare macchine sulla carta superiori come i Tornado e gli F-15. La miglior scelta per l’Italia in quei tempi.

 

Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo del Gruppo Tigre

Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo del Gruppo Tigre

 

Confronti possibili in occasione degli amichevoli Tiger Meet: missioni all’estero ed esercitazioni NATO a spasso per l’Europa a cui Luigi Piccolo non ha mai mancato di esserci!

Sono tanti gli episodi che Luigi ci può raccontare perché tante sono state le volte in cui si è ritrovato ad affiancare e scortare sino al di fuori dei propri spazi aerei ‘nemici’.

Non è un caso che, tra tutti, ricordi quello che passo alla storia per una scramble in una notte dove un cielo sereno e stellato dominavano la scena.

Si ritrovo ad avvicinare, in solitaria, un aereo non identificato ed invisibile non solo al proprio e limitato radar ma anche alla propria vista considerato il fatto che navigava a luci spente per poi scoprire che era un F-18 Americano in vena di scherzi ad altissima quota.

Storia di un indiscusso Centoquattrista. Il Tenente Colonnello Luigi Piccolo.

Condividi: